Titolo | Il matematico impertinente | |
Autore | Odifreddi Piergiorgio | |
Editore | Longanesi & C. | |
Collana | Le spade | |
Anno | 2005 | |
pp. | 347 | |
Il libro di Piergiorgio Odifreddi si apre con un elogio dell’impertinenza, ovvero la “non appartenenza a una visione del mondo ispirata dalla certezza” e la “doverosa arroganza nei confronti di coloro che vorrebbero imporre all’universo mondo moderno il loro provincialissimo capitalismo e il loro antiquato cristianesimo”. L’impertinenza, dunque, ha un ruolo in politica, in religione, ma anche in filosofia. Il modello ispiratore del “matematico impertinente” è la metodologia di Bertrand Russell e di Noam Chomsky, quella che utilizza la ragione matematica, dalle forme pure della logica a quelle applicate della scienza, e che fonda così i discorsi su dimostrazioni e sperimentazioni provate. Il volume quindi esalta la logica come forma di igiene mentale. Si sviluppa in una serie di saggi che toccano la storia e la politica, la religione, la lingua e la letteratura, la logica stessa, la matematica e le scienze. I capitoli si aprono con curiose interviste immaginarie a personaggi del passato (Hitler, Gesù, Dante, Aristotele, Archimede, Newton) e si chiudono, invece, con interviste reali a quelli del presente (Noam Chomsky, il Dalai Lama, José Saramago, Saul Kripke, John Nash e James Watson). Nel mezzo, il “matematico impertinente” Odifreddi dispiega le armi della ragione per argomentare che non è affatto vero che “non possiamo non dirci cristiani” (come sostenne il filosofo Benedetto Croce), o che siamo tutti americani, volendo dire statunitensi. In realtà, sostiene Odifreddi, “siamo tutti scimmie africane, con buona pace degli umanoidi”: perché circa sette milioni di anni fa c’era in Africa una sola specie comune, che poi si divise e diede origine ai protogorilla in Occidente, ai protoscimpanzé nel Centro, e ai protoumani a Oriente. Siamo scimpanzé al 98 per cento, nel senso che il DNA umano coincide al 98 per cento con quello delle scimmie, e solo gli antievoluzionisti si stupiranno della cosa. Il rifiuto dell’evoluzionismo, l’esaltazione della razza e della famiglia sono, secondo Odifreddi, i comandamenti della fede antiscientista che l’autore combatte. Egli si scaglia anche contro la cultura mitologica e pseudofilosofica sulla quale vive l’informazione dei mass media. Mentre ritiene che oggi “non possiamo non dirci tecnologici” e che la cultura che informa la vita è soprattutto quella matematica e scientifica. In conclusione l’autore si augura che sempre più i giovani italiani si mettano a studiare matematica e scienze per far sì che cessi il paradosso di una società tecnologica governata (male) da umanisti che nulla capiscono di tecnologia, scienza e matematica e che pure di questa loro ignoranza fanno un vanto. Malgrado utilizzino, come tutti, il computer e le nuove tecnologie digitali. |