Titolo | Dio gioca a dadi? | |
Autore | Stewart Ian | |
Editore | Bollati Boringhieri | |
Collana | Saggi. Scienze | |
Anno | 1993 | |
pp. | 348 | |
E' ancora possibile darsi leggi e regole di carattere generale in questa realtà apparentemente disordinata? Si, a patto di adottare il punto di vista della "teoria del caos", un formidabile strumento matematico sviluppato negli ultimi anni che ha dato il via ad una vera e propria rivoluzione scientifica. Steward guida il lettore alla scoperta degli aspetti principali della teoria e delle sue conseguenze più sorprendenti, senza appesantire la trattazione con eccessivi formalismi matematici. | ||
Recensioni | La recensione de L'Indice scheda di Ummarino, G., L'Indice 1993, n.11 Questo libro è un'analisi storico-filosofica e fisico-matematica dell'evoluzione dell'idea di caos. Nel pensiero scientifico odierno la parola stessa appare frequentemente e per i non addetti ai lavori ha una connotazione essenzialmente negativa, sinonimo di assenza totale di leggi. Già nella cosmologia greca e nella teologia dell'Antico Testamento il caos, equiparato al male, era considerato l'opposto dell'ordine, simbolo del bene. Con l'avvento della fisica newtoniana questo antagonismo raggiunse il culmine, l'universo venne immaginato come un gigantesco orologio, la natura pervasa da un rigido determinismo e tutti i fenomeni che non potevano essere ricondotti a questo paradigma furono rimossi dagli interessi della scienza. Questa impostazione iniziò a vacillare negli anni trenta con l'amento della meccanica quantistica e l'affermazione del principio di indeterminazione di Heisenberg: il titolo del libro si ispira proprio a una frase di Einstein che ribadiva la sua avversione per il nuovo paradigma auspicando un ritorno, con qualche modifica, all'immagine deterministica del mondo della fisica classica. Questo libro cerca di spiegare come, grazie alla moderna nozione di caos, neppure dalla fisica classica consegua un'immagine deterministica del mondo. Infatti molti fenomeni anche banali come l'evoluzione delle condizioni meteorologiche o la dimensione di una popolazione biologica si rifiutano di obbedire al paradigma della scienza classica pur essendo descritti da equazioni in cui compaiono unicamente concetti fisici classici. L'idea di caos deterministico si basa sull'estrema sensibilità di certi sistemi alle condizioni iniziali; queste, per fare previsioni esatte, dovrebbero essere date con una precisione irraggiungibile. Per usare un'espressione molto breve di David Ruelle che rende bene l'idea: "il caos è semplicemente il fatto che piccole cause possono avere grandi effetti". Uno dei più noti studi su questo genere di problemi è dovuto a Lorenz; si tratta di un lavoro del 1963 che esamina le soluzioni numeriche di un modello semplificato di clima. L'articolo, pubblicato in una rivista marginale, rimase a lungo nell'oblio; nel libro proprio riguardo a questo episodio l'autore fa alcune acute considerazioni sulle condizioni che permettono alle nuove idee di affermarsi a prescindere dalla loro validità. L'autore ripercorre con un'analisi storica il cammino che ha fatto il "caso" nella fisica dalla concezione newtoniana a oggi. Successivamente con i più disparati esempi mostra come il caos abbia le più svariate applicazioni nella descrizione della natura. | |
Note | Traduttore Sosio L. |