Letture matematiche: L'equazione di Dio

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Titolo L'equazione di Dio
Autore Aczel Amir
Editore Il Saggiatore
Collana Net
Anno 2000
pp. 256
  Nel gennaio del 1998 lo scienziato Saul Perlmutter e il suo gruppo di astronomi annunciarono lo stupefacente risultato cui erano pervenuti dopo anni di studi: l'espansione dell'universo è sempre più rapida. Anche altri scienziati, basandosi su metodi diversi, giungevano alla stessa conclusione. Ma come spiegare questi nuovi esiti della ricerca? Lo strumento adatto era l'equazione del campo gravitazionale che Albert Einstein aveva formulato quasi ottant'anni prima. L'equazione tuttavia non bastava; tornava ad essere attuale, allora, un altro concetto einsteniano: la 'costante cosmologica'. Nella formula del campo gravitazionale con costante cosmologica, la teoria della relatività si legava profondamente all'esplorazione delle leggi fondamentali che reggono l'universo. Nessuno dunque più di Einstein, sembrano indicare le ricerche recenti, si è mai avvicinato all'"equazione di Dio", allo scioglimento dello straordinario enigma della creazione. Fra teorie cosmologiche, scoperte astronomiche, fisica della gravità e dello spazio-tempo, Aczel ripercorre l''odissea della scoperta' vissuta da Einstein trasformandola in un racconto appassionante, di estrema chiarezza. E l'accesso a documenti privati, finora inediti, rivela gli aspetti più umani del grande scienziato che, con la sua equazione, sognava di ascoltare "almeno una parte dei pensieri di Dio".
Biografia da L'Avvenire del 16/09/2000 di LUIGI DELL'AGLIO Scienziati vicini alla "formula divina" L'ultimo libro del matematico Aczel, l'autore dell'"Enigma di Fermat" La scoperta che l'universo si espande a velocità crescente conferma Big Bang e relatività Materiali inediti su Einstein L'universo "lievita come una torta", anzi si espande a una velocità crescente, che nelle zone più lontane dalla Terra è quasi pari alla velocità della luce. Esther M. Hu, dell'University of Hawaii, con i telescopi Keck (i più potenti del mondo), ha osservato il più lontano oggetto visibile dell'universo, una galassia che dista 13 miliardi di anni luce dalla Terra. I suoi studi fanno pensare che l'universo si espanderà "in eterno", e al tempo stesso rafforzano la teoria del Big Bang: se le galassie si allontanano così velocemente l'una dall'altra, risalendo nel passato possiamo immaginarle sempre più vicine fra di loro, fino a ipotizzare un momento iniziale in cui tutta la materia è iperconcentrata. Il Big Bang? "Un fatto assolutamente stupefacente", lo definisce ora sir Roger Penrose. Il XXI secolo si è aperto in un clima di euforia per i cosmologi, sull'onda della profezia di Stephen Hawking: "Ci stiamo avvicinando a Dio". La fisica è alla ricerca della "geometria dell'universo", la formula che spieghi tutte le leggi e le forze, quella Equazione di Dio che dà il titolo all'ultimo libro di Amir D. Aczel, in libreria da martedì 19, nei tipi del Saggiatore. L'autore è un matematico (insegna al Bentley College, nel Massachusetts) ma è conosciuto per avere scritto L'enigma di Fermat (1998). In questo libro, Aczel raccontava, con uno stile avvincente, il "giallo matematico durato più di tre secoli". Si tratta del teorema, scritto a margine dell'Arithmetica di Diofanto, dallo scienziato-magistrato francese Pierre de Fermat, il quale aveva gettato le basi del calcolo infinitesimale, poi approfondito da Isaac Newton. Con l'Equazione di Dio, non meno affascinante dell'Enigma di Fermat, Aczel vuole dimostrare che tutta la nuova cosmologia, impegnata a trovare la "legge del tutto", a svelare il mistero dell'universo, è figlia della teoria della relatività. Quando confidava "Voglio conoscere i pensieri di Dio", Albert Einstein aveva già impostato un'intuizione cosmologica che anticipava di novant'anni le scoperte dell'astrofisica. Perché l'universo si espande? "Per via della creazione, o dilatazione, dello spazio", risponde Aczel. Ed è stata proprio la teoria della relatività generale a dirci che lo spazio è "plastico", "flessibile", e ha una geometria che può cambiare per effetto della forza di gravità. "L'universo non è puro vuoto, come potrebbe sembrare. C'è qualcosa che lo spinge verso l'esterno, una forza invisibile e misteriosa, una quantità enorme di energia, che non capiamo e di cui non capiamo l'origine. Il vuoto è come una molla contratta che vuole scattare". L'equazione di Dio riserva suspense. Dice Saul Perlmutter (che da Berkeley dirige l'équipe di astronomi d'avanguardia, tra cui Esther Hu): "La cosa veramente notevole è che, per mezzo di misurazioni fisiche, stiamo rispondendo a domande filosofiche molto profonde". Se l'Enigma di Fermat era il romanzo della matematica, L'equazione di Dio è il romanzo della fisica. Ma la divulgazione non prende la mano allo scienziato Aczel. Il libro non sacrifica le spiegazioni scientifiche al racconto. Comunque l'autore sa infondere nel lettore il desiderio di "capire le leggi ultime della natura" e "formulare la nostra umana interpretazione dell'equazione di Dio". "Dovremo essere in grado di usarla per risolvere lo splendido enigma della creazione", scrive Aczel, concludendo il libro. "E forse è proprio per questo che Dio ci ha messi dove ci ha messi". Nella "sconcertante" scoperta che l'universo si espande a velocità crescente, Aczel ha visto quanto è attuale la teoria della relatività. Lui ha anche studiato materiale inedito: venticinque lettere inviate da Einstein all'astronomo Erwin Freundlich. Il saggio si dipana seguendo Einstein nella sua inquieta, incalzante ricerca ma anche nella vita quotidiana. (Fra l'altro, c'è l'Einstein che si finge malato, per abbandonare la scuola e raggiungere i suoi a Milano). La relatività suscita grandi entusiasmi ("Ecco il Copernico del XX secolo", scrissero i giornali) e grandi invidie. "Sono lieto che i colleghi si stiano occupando della mia teoria, anche se lo fanno perché sperano di ucciderla", confessa Einstein. Ma lui, a sua volta, non sopporta la teoria quantistica e il suo probabilismo. "Dio non gioca a dadi con l'universo". Fa subito colpo l'esempio con il quale viene spiegata la relatività: un gemello che viaggia su una nave spaziale molto veloce, invecchia più lentamente del fratello rimasto a terra. Un oggetto che viaggiasse più veloce della luce, ritornerebbe nel passato. Aczel ci fa vivere l'atmosfera dei caffè di Praga e di Berlino, e soprattutto l'emozionante verifica della teoria einsteiniana durante l'eclissi solare del 29 maggio 1919. Quando riflette sulla sua intuizione - lo spazio è curvo, non è piatto come pensava Euclide - Einstein alterna fasi di tensione e di entusiasmo. "Sono stato fuori di me", scrive, "per l'eccitazione e la gioia". Poi, quando la vittoria è ormai certa, esclama: "Dio è sottile ma non dispettoso".
Note Traduttore : Gianni Rigamonti, Titolo orig. : God's Equation

Dello stesso autore:

Aczel Amir,  Il mistero dell'alef. La ricerca dell'infinito tra matematica e misticismo,  Il Saggiatore, La piccola cultura, 2015

Aczel Amir,  Caccia allo zero. L'odissea di un matematico per svelare l'origine dei numeri,  Cortina Raffaello, Scienza e idee, 2016

Aczel Amir,  Chance. Dai giochi d'azzardo agli affari (di cuore),  Cortina Raffaello,  Collana Scienza e idee, 2005

Aczel Amir,  Il mistero dell'alef,  Il Saggiatore, , 2002

Aczel Amir,  Il taccuino segreto di Cartesio,  Mondadori, , 2006

Aczel Amir,  L'enigma di Fermat,  Il Saggiatore, Net, 2003

Aczel Amir,  L'equazione di Dio,  Il Saggiatore, Net, 2000