Titolo | I pantaloni di Pitagora. Dio, le donne e la matematica | |
Autore | Wertheim Margaret | |
Editore | Instar Libri | |
Collana | Saggia/Mente | |
Anno | 1997 | |
pp. | 400 | |
Crotone, Magna Grecia, tramonto del VI secolo a.C.: sotto la guida di Pitagora, mistico matematico e sapiente dai gusti esotici, si firma una setta di intellettuali dediti all'ascesi filosofica. Loro aspirazione: immedesimarsi nell'armonia suprema del cosmo celata dietro il simbolismo magico dei numeri. Ellis, Texas, alba del terzo millennio: su iniziativa dei massimi fisici teorici contemporanei si progetta l'esperimento più ambizioso e costoso dell'umanità, una galleria atomica ovale lunga 85 chilometri dal nome fantascientifico di "Supercollisore Superconduttivo". Scopo dell'impresa: ricreare la sintesi di spazio tempo e materia che sta all'origine del Tutto. Dall'anticità classica all'iperattività statunitense, dalla combinazione presocratica degli elementi alla fissione postmoderna della particelle subatomiche: singolare convergenza di un'avventura conoscitiva che dura ormai da 2500 anni e che nell'ansia teologica di soggiogare il Mistero dell'Universo rivela una stessa matrice (l'impostazione tecnocratico-matematica), un unico obiettivo (la riduzione dei fenomeni naturali a un pugno di formule) e un solo genere di attori: i maschi. A quest'elementare - ma tutt'altro che innocente - scoperta è pervenuta una giovane studiosa australiana, ripercorrendo le tappe salienti del pensiaro occidentale. | ||
Recensioni | da L'Indice 1997, n. 2, di Riconda, C. Il libro di Margaret Wertheim, fisica e matematica di formazione, attiva nel campo della divulgazione scientifica, si presta a molteplici livelli di lettura e sarà particolarmente interessante per coloro che contemplano la possibilità di dedicarsi a una carriera scientifica. Questo libro potrebbe essere definito, semplicisticamente ma con efficacia, una storia femminista della fisica. L'intento non è quello di dare un quadro esaustivo dello sviluppo di questa disciplina, ma di ripercorrere in modo critico alcune tappe fondamentali che hanno portato alla genesi della fisica moderna, con particolare attenzione alla fisica teorica. I momenti chiave vengono raccontati attraverso le vite e il pensiero degli scienziati e delle scienziate protagonisti delle scoperte. Il risultato è un libro interessante di facile lettura, che non richiede particolari conoscenze scientifiche, ricco di informazioni, dalla grafica molto piacevole, accompagnato da ben trentuno pagine di documentazione bibliografica che documentano la validità di quanto scritto al di là dell'aneddottica. Uno dei pregi principali dell'autrice è tra l'altro proprio la capacità di esaminare e calare nel giusto contesto una serie di "miti" - non c'è altro modo di definirli - legati alla fisica e alla scienza in generale. Emblematica è l'analisi del rapporto tra Galileo e la chiesa cattolica. A questo punto è facile intravedere dove entra in gioco la parola femminista, ovvero cos'è che può rendere femminista una storia della fisica. Uno dei compiti che Margaret Wertheim si propone è di analizzare sia la presenza che l'assenza di donne nel campo della fisica. da un lato l'autrice si proccupa di mettere in evidenza il ruolo che le donne hanno avuto, da Pitagora ad oggi, nel campo della scienza e della fisica in particolare (a partire dalla matematica Ipazia fino a tutte le scienziate che in questo secolo ebbero il premio Nobel). Dall'altro analizza il fatto che ancor oggi la fisica sia uno dei campi, in ambito scientifico, con la minor rappresentanza femminile, e come questo sia legato all'idea stessa di fisica nel corso dei secoli. Riguardo alla scarsa presenza femminile nella fisica odierna, si riferisce al caso statunitense e ai dati forniti da un'indagine condotta dall' American Phisical Society. Pur essendo diverso il rapporto numerico in altri paesi, ovunque lo scarso numero di donne nella fisica è un dato oggettivo e l'analisi storica dell'autrice si riferisce a tutto il mondo occidentale. La tesi originale della Wertheim è riassunta nella frase seguente: "in questo libro suggerisco che le risposte vadano in gran parte cercate nelle origini sacre della fisica e nei suoi rapporti con la religione". Come dice l'autrice, rielaborando l'idea che la scienza sia la "religione" moderna "i fisici soppiantarono i teologi a capo del potere epistemologico". Ma secondo Margaret Wertheim tale visione sacerdotale "costituisce un potente ostacolo culturale per le donne, in qunto continua ad alimentare la vecchia credenza che la scienza matematica sia ambito di pertinenza prettamente maschile". Nel libro la fisica e la matematica vengono trattate insieme e il loro ruolo viene accuratamente esaminato. L'autrice evidenzia come un concetto di "sacralità" in fisica sia legato al binomio astratto/concreto, celeste/terreno, mente/corpo, che tradizionalmente (e in modo contraddittorio) viene associato al binomio uomo/donna. Per concludere è un libro molto scorrevole, pieno di informazioni e spunti interessanti, fortemente consigliabile a tutti gli scienziati. In particolare un avvertimento: anche se l'atteggiamento dell'autrice, a volte estremamente polemico, può risultare ostico ad alcuni lettori, questo non li distragga dal riconoscimento del valore di quest'opera perché, come dice la citazione che apre il testo: "Non bisogna esaurire un argomento al punto che al lettore non resti più nulla da fare. Non si tratta di far leggere, ma di far pensare" (Charles-Louis de Montesquieu, 1748) |