Titolo | Ricordi di apprendistato. Vita di un matematico | |
Autore | Weil André | |
Editore | Einaudi | |
Collana | Saggi | |
Anno | 1994 | |
pp. | 223 | |
André Weil, matematico i cui orizzonti culturali si estendono ben al di là dei limiti della sua disciplina, rievoca in queste pagine le tappe di una carriera scientifica movimentata e per molti versi inconsueta. Dopo aver studiato a Parigi sotto la guida di Jacques Hadamard, l'autore visita successivamente Roma, dove trascorre sei mesi, e le grandi capitali del pensiero scientifico europeo, entrando in contatto, ancora assai giovane, con i maggiori matematici dell'epoca. Nel frattempo si appassiona allo studio del sanscrito, seguendo i corsi di Sylvain Lévi al Collège de France: soggiornerà in India agli inizi degli anni Trenta, incontrando personalità come Nehru e Gandhi e diventando amico personale di Zakir Husein, futuro presidente della confederazione indiana. Rientrato in Francia nel 1932, l'anno seguente è tra i fondatori del gruppo Bourbaki, nom de plume sotto il quale si celano alcuni dei più brillanti ingegni matematici francesi, tutti formatisi all'Ecole Normale Supérieure negli anni immediatamente successivi alla grande guerra: il loro monumentale trattato Eléménts de mathématiques, opera di sintesi e di formalizzazione, ha esercitato una cruciale influenza sulla ricerca e sul pensiero matematico degli ultimi cinquant'anni. Lo scoppio della seconda guerra mondiale sorprende Weil in Finlandia: scambiato per una spia sovietica, scampa miracolosamente alla fucilazione e viene tradotto in Francia, dove sconta un periodo di detenzione per renitenza alla leva: nel forzato raccoglimento del carcere trova ispirazione per alcune delle sue più geniali scoperte e avvia un profondo ripensamento della geometria algebrica. Le vicende belliche lo condurranno in Gran Bretagna - proprio nel momento più cupo, durante i massicci bombardamenti della Lufwaffe-, quindi di nuovo in Francia e infine negli Stati Uniti, esule al pari di un gran numero di intellettuali europei. Ma le porte delle prestigiose università americane non si aprono subito a chi ha le triplice [...] |