Titolo | Il sogno della permanenza. L'evoluzione della scrittura e del numero | |
Autore | Bara Bruno G. | |
Editore | Bollati Boringhieri | |
Collana | Saggi. Psicologia | |
Anno | 2003 | |
pp. | 142 | |
L'autore ricostruisce l'evoluzione della scrittura analizzando, anche attraverso una ricchissima documentazione iconografica, la tradizione dei metodi di scrittura nata nell'area del Mediterraneo. Si sofferma poi sull'evoluzione del numero. Per comunicare è necessario un corpo comune di conoscenze, sulla cui base i partecipanti alla comunicazione possano dare alla loro interazione un significato condiviso.Se la comunicazione è definibile come costruzione comune di significato, la scrittura è una comunicazione "situata", con caratteristiche sia linguistiche che extralinguistiche. È una comunicazione permanente, cioè trasmissibile anche a individui viventi in tempi diversi, grazie a elementi esterni offerti dall'ambiente: dalle pietre agli odierni supporti elettronici. L'idea di questo viaggio affascinante, dice l'autore, "nasce dal mio amore per i simboli, e dalla mia gratitudine per tutti i numerosi ominidi che si sono prodigati per far sì che le meravigliose scoperte che ogni generazione andava facendo potessero essere conservate per tutte le altre a venire". | ||
Biografia | Bruno G. Bara, laureato in medicina e specializzato in psicologia medica, è professore ordinario di Psicologia della comunicazione presso la Facoltà di Psicologia dell'Università di Torino. Dirige il Centro di ricerca in Scienza cognitiva e l'annesso Dottorato di ricerca dell'Università di Torino. È inoltre direttore scientifico delle Scuole di specializzazione in Psicoterapia cognitiva di Como e di Torino. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo, nelle nostre edizioni, Pragmatica cognitiva (1999), Il metodo della scienza cognitiva (2000) e la cura del Manuale di psicoterapia cognitiva (1996). Rievocare e comprendere quanto è accaduto in passato, senza per questo sentirsi attribuire colpe. | |
Recensioni | È un viaggio periglioso, con passaggi che a tratti sembrano insormontabili, quello fatto e proposto da Bruno G. Bara. Ma finisce per essere un modo per rivisitare il mondo con una chiave nuova, che in realtà è antica, ma, nell'avarizia di memoria che affigge l'epoca attuale, è utile a rimettere le cose al loro posto e a dare una giusta dimensione anche al termine globalizzazione, oggi abusato quanto quello di comunicazione, che è patrimonio di tutti e non è esclusiva di nessuno. (Roberto Duiz, "Specchio", 31 maggio 2003). |