Letture matematiche: Una gebra di nome Al

Cerca nel catalogo 


Titolo Una gebra di nome Al
Autore Isdell Wendy
Editore Ghisetti & Corvi
Collana Catalogo Medie
Anno 2005
pp. 95
  Julie, la protagonista, è una ragazzina come tante che, cercando di risolvere un problema all’apparenza semplice, incorre sempre in un errore. Sconfortata e arrabbiata con questa antipatica materia che porta il nome di algebra si addormenta proprio sul libro di matematica, ma all’improvviso viene svegliata da un Numero immaginario che la conduce nel meraviglioso mondo di Al, la gebra che farà, forse, cambiare idea a Julie.
Biografia L’autrice, Wendy Isdell, è laureata in Creative Studies e ha scritto questo che è il suo primo libro quando aveva quattordici anni. Le nozioni di scienze e di matematica presenti in questo libro, quindi, sono quelle studiate normalmente ai ragazzi della scuola media. Un libro semplice e divertente per avvicinarsi con un po'di fantasia alla magia e al fascino della matematica.
Recensioni fonte: http://www.anisn.it/vicenza/articoli/recensio/Gebra_Al.htm Quanti dei nostri allievi hanno ancora… paura della matematica? Per qualcuno la matematica è una materia, non possiamo negarlo, ostica. Gli esercizi lunghi e ripetitivi possono annoiare gli studenti e qualche iniziale insuccesso è spesso causa di scoraggiamento. E allora la motivazione scompare, lascia il posto ad una terribile convinzione: "è inutile, non ci arrivo, io la matematica proprio non la capisco". Wendy Isdell, studentessa americana di terza media, una quindicina di anni fa ha pensato di affrontare e di esorcizzare la paura della matematica scrivendo un racconto, intitolato Una Gebra di nome Al. Pochi anni dopo il libro, che nel frattempo aveva vinto il primo premio ad un concorso regionale per giovani scrittori, integrato e rivisto alla luce di una più approfondita conoscenza di questa "difficile" materia, è stato pubblicato dalla casa editrice Free Publishing ed oggi viene tradotto in italiano da Alice Maria Testa per le edizioni Ghisetti e Corvi. Naturalmente non anticiperemo i contenuti di questo agile, divertente e stimolante libretto che si apre con l'illustrazione della Mappa del Regno della Matematica (con la montagna di Addizione, la vallata di Sottrazione, il prato di Moltiplicazione, il deserto di Divisione, le pianure dei Primi e dei Composti, le torri di Esponente, le caverne di Parentesi, il castello del Matematico…). Sono narrate le avventure di Julie, una giovane studentessa che, inizialmente, ha un rapporto un po' delicato con l'algebra: l'esercizio -5+3·6 costituisce per lei un incubo ricorrente (tutti si ostinano a ripeterle che non fa -12, chissà perché!); ma in suo aiuto si presenta Jerion, un Numero inviato dal governatore del Regno della Matematica (il Matematico, «un piccolo signore di buon cuore che ha la barba bianca e porta una corona semplice», come leggiamo a p. 10). E poi incontreremo una zebra, anzi la Gebra di nome Al, le cui strisce sono in realtà lunghe file di equazioni, la Gebra capo, i Wolframi, i Periodici e molti altri personaggi. Un libretto delizioso, con molti pregi. Uno di essi, e non certamente l'ultimo, riguarda la traduzione, davvero encomiabile: Alice Maria Testa ha la stoffa non comune della traduttrice (e, certamente, della scrittrice) e ci regala una prosa davvero deliziosa, vivace e attenta. Proponiamo ai nostri lettori una breve intervista con A.M. Testa. Come hai conosciuto Una Gebra di nome Al e che cosa ti ha colpito in quest'opera? A.M. Testa: "Il libro mi era stato consigliato circa un anno fa da mio padre che, incuriosito dal titolo A Gebra named Al, l'aveva acquistato da un sito internet. Da sempre la letteratura per bambini e per ragazzi ha esercitato su di me un grande fascino per la capacità tutta particolare di raccontare il mondo e tutt'oggi fra le mie letture non mancano libri… diciamo non propriamente indirizzati alla mia fascia d'età. Anche le materie scientifiche studiate al liceo hanno lasciato il segno, un interesse legato allo sviluppo del metodo di ragionamento che il loro studio porta con sé. Una Gebra di nome Al mi è piaciuto subito, d'altra parte rappresenta l'unione di due campi, quello letterario e quello scientifico, che m'interessano. Avevo già letto dei bei libri di divulgazione scientifica per ragazzi, ma in questo la differenza sta nel fatto che è stato scritto da una ragazzina (evidentemente molto dotata). Questo particolare ha fatto sì che crescesse in me la curiosità di sapere come sarebbe stato tradurre un libro del genere, un libro che fonde fantasia e realtà e abilmente spiega concetti scientifici pur facendoli emergere da un contesto fantastico. Credo che libri di questo tipo siano molto stimolanti sia per coloro che li scrivono, sia per i traduttori, perché alla fin fine riuscire a trasmettere nozioni di matematica, fisica, scienze, campi generalmente considerati non facilmente abbordabili e, in un certo senso, 'da grandi', in un modo che sia chiaro, semplice, ma soprattutto divertente, è una specie di sfida". Quali sono le difficoltà per un traduttore che venga a trovarsi di fronte ad un'opera per ragazzi? A.M. Testa: "Diciamo che le problematiche sono di vario genere. Tralasciando le questioni per così dire più tecniche, credo sia una cosa importante tener sempre ben presente chi è il lettore del testo di arrivo, ossia, in questo caso, un ragazzino italiano. Questo vuol dire che da un lato si deve porre attenzione nella traduzione affinché i concetti espressi siano perfettamente chiari. Ovviamente questo implica l'essere sicuri di ciò che si traduce, bisogna 'studiare' gli argomenti per evitare di incappare in errori grossolani di concetto. Credo che il lettore giovane debba essere aiutato dal traduttore nella comprensione del libro in quanto ancora non possiede le capacità di un adulto di districarsi in un testo che si presti ad equivoci. Per questo motivo a volte risulta necessario 'migliorare' il testo originale, chiarendo, ad esempio, eventuali passaggi oscuri. D'altra parte il lettore è italiano, quindi avrà delle aspettative linguistiche diverse dal lettore del testo originale in inglese. Per fare degli esempi, la lingua inglese utilizza un registro più informale rispetto all'italiano, abbonda nell'uso delle ripetizioni che, qualora tradotte, appesantirebbero il testo. Bisogna tenere conto di tutte queste caratteristiche per poter tradurre bene, proprio dal punto di vista della lingua. In questo caso in particolare, inoltre, il testo è stato scritto da una tredicenne e la sua prosa rispecchia la sua età. A volte quindi è stato necessario neutralizzare questo tratto sempre per adattare il testo allo standard italiano. Può anche rendersi necessario effettuare degli adattamenti culturali quando nel testo originale si fa riferimento a realtà che non sono presenti nella cultura del testo tradotto. Alcuni esempi possono essere le unità di misura e le differenze nella strutturazione del sistema scolastico e via dicendo". Letteratura per ragazzi e matematica: le difficoltà aumentano. A.M. Testa: "Credo che lo scoglio da superare sia la diffidenza che molti giovani studenti mostrano nei confronti delle materie scientifiche in generale. L'utilizzo della letteratura come via non canonica di insegnamento permette di suscitare un tipo di interesse diverso da quello che si può creare in classe. Attraverso la lettura di un libro che non abbia lo status di testo scolastico l'apprendimento di determinati concetti può risultare più immediato e semplice, appunto perché il messaggio viene convogliato utilizzando strumenti come un linguaggio meno formale, elementi fantastici, trame divertenti e coinvolgenti. Durante la lettura-studio, quindi, non è presente la sensazione di 'dovere fare una cosa perché così vuole il prof.', poiché leggere un libro di questo tipo può essere una scelta fatta proprio dal lettore che viene attirato dal titolo o dalla copertina e così decide di comprarlo. Penso che scoprire cose nuove tramite un'attività che risulti piacevole sia un grande stimolo per la curiosità dei ragazzi i quali, cominciando a vedere gli argomenti, che magari in classe risultavano noiosi , da un punto di vista diverso possono sviluppare un vero interesse per le temute materie scientifiche. Ritornando alla domanda, la difficoltà sta nell'essere in grado di raggiungere quell'equilibrio fra studio e divertimento che rende il libro né troppo pesante, né troppo leggero". Volumi come questo sono preziosi per la didattica della matematica, perché possono contribuire concretamente al superamento della diffidenza con cui alcuni allievi si accostano ad una materia tradizionalmente "difficile". Possiamo sperare che Una Gebra di nome Al sia seguito da altre pubblicazioni analoghe? A.M. Testa: "La divulgazione scientifica per ragazzi ha preso piede anche in Italia, soprattutto grazie all'influenza della letteratura dei paesi anglofoni che viene tradotta. Mi piacerebbe molto poter avere altre occasioni di confrontarmi con testi di questo tipo perché la traduzione di Una gebra di nome Al è stata un'esperienza che mi ha dato una grande soddisfazione, sia dal punto di vista delle conoscenze acquisite durante il corso di studi di traduzione che sono state messe in pratica nonché alla prova, sia da un punto di vista personale, perché non avrei mai immaginato di tradurre un giorno il tipo di libri che leggevo da piccola". (a cura di Giorgio T. Bagni)

Dello stesso autore:

Isdell Wendy,  Una gebra di nome Al,  Ghisetti & Corvi, Catalogo Medie, 2005